Il futuro degli autotrasportatori italiani e non solo rischia realmente di essere compromesso a causa delle
decisioni di alcuni Paesi dell’Ue di rimettere in discussione il Trattato di
Schengen. Indicazioni più nette che vanno in questa direzione arrivano da
oltralpe, esattamente dall’Austria, dove il governo locale sta concretamente
prendendo in considerazione la possibilità di chiudere le frontiere. Nei giorni
scorsi, infatti, il ministro degli Interni Leitner e quello della Difesa
Doskozil, hanno paventato questa ipotesi. Lo scopo, ovviamente, è arginare il
fenomeno migratorio irregolare dei migranti, e per questo motivo l’idea è
quella di serrare i valichi di ingresso posti al confine italiano e degli altri
Paesi confinanti.
Sono dodici in tutto i presidi preposti al controllo di mezzi
e treni e si parla addirittura di recinzioni, insomma un bel salto all’indietro
ai tempi dell’ultimo conflitto mondiale. Tra i valichi più importanti ci sono
ovviamente quelli del Brennero e del Tarvisio, ovvero gli ingressi principali
che collegano l’Italia al resto d’Europa.
Una decisione, questa, che avrebbe senza dubbio ripercussioni
negative sull’intera categoria, anche su quella del trasporto con bisarca, soprattutto in termini di costi e di
produttività. I controlli, infatti, non farebbero altro che prolungare i tempi
di attesa degli autisti, provocando di conseguenza un sostanziale aumento dei
costi per i committenti. Che cosa significa? Aumento del prezzo dei prodotti e
quindi minor potere d’acquisto per i consumatori.
Chiudere una frontiera come quella del Brennero, poi, dove
transitano centinaia di migliaia di tonnellate di merci all’anno, che siano
alimentari, auto ecc, produrrebbe effetti drastici all’export italiano.
Insomma, una decisione di tale portata deve essere ben ponderata, perché si
corre il rischio di mettere a repentaglio l’economia di un intero Paese, e
naturalmente quella delle piccole e medie imprese del trasporto su gomma.
Ma soprattutto, andrebbe a ledere quei principi di libera
convivenza dei cittadini europei, simboli di un’Europa più unita e matura.
D’altro canto, tutto ciò non esclude la priorità principale che è quella di
studiare e adottare provvedimenti di diversa natura, finalizzati a risolvere il
dramma umano delle migrazioni di milioni di persone.