La questione dei controlli alle frontiere ripristinati da
alcuni Paesi dell’area Schengen torna a tenere banco negli ultimi giorni tra
gli autotrasportatori
europei, esaminati gli ingenti danni economici subiti soprattutto dalle piccole
e medie imprese del comparto. Torna a ribadirlo a gran voce direttamente l’UETR
– l’organismo comunitario rappresentante le associazioni di categoria – che ha
il compito di curarne interessi e rapporti con gli organi decisionali dell’Ue.
E proprio in virtù di questa sua funzione, l’UETR ha voluto
chiamare all’attenzione il Presidente della Commissione Ue – Claude Juncker –
mediante una lettera aperta con la quale si evidenzia proprio questo disagio, ovvero
come i controlli alle frontiere di alcuni Paesi, e i conseguenti notevoli tempi
di attesa, stiano determinando rilevanti danni economici, in particolare alle
piccole e medie imprese. Danni che, si legge nelle missiva, sarebbero stati più
limitati se fossero state adottate misure alternative, come ad esempio l’apertura
di corsie preferenziali riservate esclusivamente ai veicoli commerciali
europei.
Ad accodarsi all’iniziativa anche Confartigianato trasporti,
rappresentata da UETR a livello europeo, che ha più volte denunciato i tanti
disagi per le imprese del settore e le inevitabili ricadute sulla nostra
economia causati dalla decisione di ristabilire i controlli alle frontiere.
Disagi di cui sono testimoni tutti i vettori del trasporto merci su strada,
inclusi coloro che viaggiano con bisarca trasporto auto tra l’Italia e il resto dell’area comunitaria.
In sostanza, quello che l’UETR chiede al Presidente della
Commissione Ue Juncker è il ripristino della regolare circolazione delle merci
e degli scambi in generale all’interno dell’Unione, e di configurare i
controlli alle frontiere come un’eccezione, nel rispetto del principio di
proporzionalità. Per questo il suo compito deve essere quello di sollecitare
gli Stati membri affinché rivedano alcuni parametri della politica di controllo
dei confini, al fine di evitare che i più importanti principi fondativi della
Comunità Europea possano essere violati.