Dopo Germania, Francia e Austria, un altro Paese europeo ha
deciso di imporre il salario minimo all’autotrasporto
estero: i Paesi Bassi. A partire dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, i
camionisti stranieri che operano all’interno dei suoi confini sono sottoposti a
questo vincolo: è l’effetto della legge Aanpak Schijncostructies entrata in
vigore appunto lo scorso 1° gennaio. Un atto che va interpretato come la
volontà del legislatore olandese di approntare misure concrete a tutela dell’intero
settore.
Nel dettaglio, la suddetta legge stabilisce che a partire
dall’anno in corso gli operatori esteri del trasporto merci su strada, oltre a
dover applicare il salario minimo (pari a 13,91 euro lordi all’ora), sono
tenuti a riconoscere le ferie retribuite ai propri autisti, i tempi massimi di
lavoro e i tempi minimi di riposo, nonché ad osservare una serie di norme
relative a salute e sicurezza e parità tra i sessi nella professione.
Tuttavia, l’applicazione del salario minimo in Olanda è
prevista, al momento, solo per le attività di cabotaggio stradale degli
operatori stranieri, ovvero solo per il trasporto all’interno di uno Stato
membro Ue diverso da quello di residenza del trasportatore. Sembra escluso,
almeno in questa fase, il trasporto internazionale, cioè qualsiasi operazione
di carico e scarico merci nei Paesi Bassi.
Gli operatori esteri di trasporto merci e trasporto autoveicoli in Olanda,
inoltre, sono tenuti a mostrare alle autorità olandesi alcuni documenti in caso
di controllo, anche in formato digitale: buste paga, contratto di lavoro,
contribuzione per la sicurezza sociale e tracciato delle ore lavorative. Per
questi documenti, che non devono essere tenuti obbligatoriamente in cabina, non
è dovuta la traduzione in lingua olandese. Tutto questo in attesa del registro
elettronico degli autisti stranieri che svolgono cabotaggio in Olanda, in
vigore a partire dal 2018. Ricordiamo, infine, che le sanzioni per la
violazione del salario minimo possono ammontare fino a 10.500 euro per ogni
singola infrazione.