Il Decreto Clima del nuovo governo giallorosso nel mirino delle
associazioni dell’autotrasporto
italiano. Fita-Cna, Artigianato Trasporti e Conftrasporto si oppongono alle
misure previste dalla bozza del decreto riguardanti le accise, considerate
troppo penalizzanti per le imprese di categoria dal punto di vista fiscale.
A essere contestata è proprio la riduzione del 10% a partire
dal 2020 dello sconto sulle accise per le imprese che utilizzano veicoli sopra
le 7,5 tonnellate con motori Euro 3 o superiori, sino alla loro progressiva
abolizione nel 2040. Il taglio, inoltre, coinvolge anche i sussidi
ambientalmente dannosi (Sad), ovvero i sussidi per il trasporto su gomma.
Misure che, se confermate, metterebbero in seria difficoltà l’intero
settore, considerato che il rimborso delle accise consente ai nostri
autotrasportatori di contenere il divario rispetto al prezzo pagato in altri
Paesi (l’Italia è il secondo in Ue per il prezzo più elevato del gasolio). Ridurre
le agevolazioni senza eliminare tutte le componenti accessorie che gravano
sulle accise, come ad esempio quelle che finanziano la guerra d’Etiopia del
1935, avrebbe inevitabilmente effetti controproducenti.
Un altro aspetto contraddittorio presente nella bozza
del Decreto Clima è la linearità dei tagli, ossia il fatto che la riduzione
coinvolge indistintamente tutti i veicoli pesanti, quindi anche quelli meno
inquinanti come Euro 5 e 6: un modo che penalizzerebbe in ogni caso chi ha
investito nell’innovazione e nel rispetto dell’ambiente. A tal proposito, tutte
le associazioni di categoria, compresi gli operatori del comparto trasporto auto con bisarca, sono
uniti nel puntare fortemente al ricambio del parco mezzi esistente mediante
incentivi economici, allo scopo di attuare un processo di transazione ecologica
e senza mettere a repentaglio redditività e competitività delle imprese.