Sono giorni cruciali per il Ministero dei Trasporti e delle
Infrastrutture e per il suo ministro Danilo Toninelli. A tenere banco, infatti,
non c’è solo la ricostruzione del ponte Morandi di Genova e la nomina dei
commissari, ma anche le richieste e le aspettative di un’intera categoria
professionale, quella dell’autotrasporto,
su diverse questioni.
Appena qualche settimana fa c’era stata la decisione di rinviare lo sciopero nazionale delle
associazioni rappresentative del comparto, tornate a invocare a gran voce l’attenzione
delle istituzioni negli ultimi giorni. A farlo in maniera decisa è
Confartigianato Trasporti, che nel corso della convention nazionale a Roma “Innovazione tecnologica e normativa per un
moderno assetto dell’impresa di autotrasporto” alla quale ha partecipato il
ministro Toninelli, ha proposto al governo un patto per un autotrasporto
sicuro, competitivo, meno inquinante ed efficiente.
Il piano si pone l’obiettivo di rilanciare la competitività
delle imprese e di recuperare la loro redditività e dignità puntando su
innovazione e sicurezza. Nel corso della convention il presidente
Confatigianato – Amedeo Genedani – ha sollecitato il ministro Toninelli a
rispettare una serie di impegni: aumentare l’importo attuale di 38 euro delle
deduzioni forfettarie per le spese non documentate, confermare per il 2019 i
rimborsi agli autotrasportatori di una parte delle accise sul gasolio e le
compensazioni dei pedaggi autostradali, contrastare il contingentamento imposto
dall’Austria e contemporaneamente la concorrenza sleale dei vettori stranieri.
Tra le altre richieste avanzate, inoltre, non c’è solo
sicurezza stradale e informatizzazione del sistema viario, ma anche l’istituzione
di un fondo ad hoc per un piano quinquennale di incentivi per la sostituzione
degli attuali camion (il 65% dei quali di Classe 3 e inferiore) con veicoli
Euro 6 e a trazioni alternative. Disponibilità e rassicurazioni sono arrivate
dal ministro Toninelli riguardo l’impegno a raggiungere gli obiettivi previsti
dal patto.
Una cosa è certa: il trasporto merci su gomma italiano, che
conta più di 90 mila imprese (molte delle quali dedicate al trasporto con bisarca) e oltre
900 milioni di tonnellate merci trasportate, è un settore fortemente
penalizzato. A partire dalle infrastrutture, per le quali la spesa pubblica per
le opere stradali è scesa del 10,9% in un anno, con solo il 29,9% dei ricavi
netti da pedaggi autostradali destinati a manutenzione e investimenti. Ma pesanti
sono anche l’aumento del prezzo del gasolio, il più alto in Europa (+25,4% ad
agosto su base annua), e la perdita
della quota di mercato internazionale degli autotrasportatori italiani, scesa
del 20,2% a causa della concorrenza sleale dei vettori stranieri.